Mom, I need to be a girl part.2: La storia di Johanna

La scelta coraggiosa di mia figlia

Anke diede alla luce un bimbo, Johannes, ma ora egli è Johanna.
Ecco la loro storia sorprendente

 Nervosamente, Anke stava accomapgnando sua figlia, Johanna, a scuola. Vestita con una gonna, coi lunghi capelli biondi accuratamente pettinati, la bimba di otto anni sembrava come qualunque altra delle sue amiche.

Quando Anke, 44, baciò e salutò Johanna, tuttavia, da mamma ansiosa disse una preghiera silenziosa, sperando che sua figlia fosse abbastanza forte da affrontare il nuovo giorno.

Questo perchè la decisione di Johanna di indossare una gonna per andare a scuola sarebbe stata accolta con scherno senza fine , bravate e persino chiamate di protesta alla sua scuola vicino ad Amburgo, Germania. E tutto perchè Johanna era nata Johannes, un ragazzo - ma un ragazzo che disperatamente desiderava vivere nei panni della ragazza che sentiva di essere sempre stata.

Adesso quattordicenne, Johanna è la più giovane persona in Germania ad avere mai avuto l'autorizzazione ad assumere le medicine che fermeranno il suo sviluppo maschile e l'aiuteranno a diventare più femminile.
Lei fa iniezioni di ormoni anti-androgeni con cadenza mensile per fermare l'inizio della pubertà maschile e prende giornalmente ormoni femminili contenenti estrogeni, che hanno cominciato a darle curve femminili.

"Mi sento come una ragazza normale adesso", dice Johanna. "Da quando avevo 2 anni, chiedevo ai miei genitori se ero un maschio o una femmina e quando mi dicevano che ero un maschio, piangevo. Mi rifiutavo di vestire abiti maschili a casa e quando ero all'asilo, giocavo sempre con le bambine, mai coi maschi."

Malgrado le resistenze da parte degli altri membri della sua famiglia, Anke fece poco per reprimere il desiderio di Johanna di vestirsi e comportarsi come una bambina. "La gente diceva che stavo allevando il mio bambino in modo sbagliato e stavo facendolo diventare una bambina, ma io sapevo che stavo facendo la cosa giusta", dice Anke.

Ma mentre Johanna si avvicinava all'età in cui avrebbe cominciato la scuola primaria, Anke divenne sempre più ansiosa e confidò le sue preoccupazioni a un terapista, che la stava curando per problemi alla schiena e alle braccia. Il terapista, che casualmente era uno psicologo specializzando sui problemi del transessualismo, suggerì ad Anke di vedere l'esperto di problemi sessuali Hans Georg van Herste. Questi la rassicurò sul fatto che circa una persona su 1000 ha problemi di identità sessuale.

"Fu un tale sollievo sentire che Johanna non era sola", dice Anke.

Malgrado avesse imparato di più riguardo alle questioni riguardanti l'identità di genere, Anke decise di vestire Johanna come un ragazzo durante il primo anno di scuola. L'estate successiva, Anke e Hans Georg van Herste discussero se Johanna fosse pronta o meno a verstirsi come una ragazza a scuola. "Chiedemmo a lei, e lei disse di sì, dice Hans Georg. " Era risoluta nel dire che era pronta".

"Ma io volevo che fosse assolutamente sicura", dice Anke.

"A casa e in giro avrebbe avuto me a proteggerla. Ma a scuola sarebbe stata da sola.

Le dissi che l'avrei aiutata qualunque cosa avesse scelto di fare, ma , denro di me, ero terrorizzata. Sapevo che l'opposizione che avrebbe inevitabilmente affrontato sarebbe peggiorata con l'età".

Ma Johanna era determinata e quell'estate Hans Georg e Anke contattarono gli insegnanti e i genitori a scuola per informarli che dall'inizio del primo trimestre Johanna si sarebbe presentata come una ragazza e per chiedere il loro aiuto.

"Il primo giorno, tornai nella mia classe abituale. Alcuni dei ragazzi mi diedero delle occhiate strane e le ragazze vennero da me e mi fecero delle domande. Ma le mie amiche mi dissero che erano contente e orgogliose che io fossi così coraggiosa", dice Johanna.

Malgrado lo scherno, Johanna crebbe acquistando confidenza in sè stessa. Tre anni più tardi, tuttavia, dovette lasciare la relativa sicurezza della scuola primaria per entrare nelle acque agitate della scuola secondaria. Ora doveva combattere daccapo per essere accettata come una ragazza - e, questa volta, contro una opposizione più dura.
"Alcuni dei miei insegnanti mi chiamavano deliberatamente Johannes, perchè, dicevano, quello era il mio nome sui documenti ufficiali", dice Johanna.

Alcuni degli attacchi peggiori vennero dai genitori degli altri ragazzi. La scuola ricevette telefonate anonime che chiedevano che il "mostro" fosse cacciato dalla classe.

Anche le lezioni di nuoto presentavano difficoltà - come nascondere il pene dentro un bikini e quale spogliatoio usare. " Non mi permettevano di usare nè lo spogliatoio femminile nè quello maschile, così finii per cambiarmi con gli insegnanti", dice Johanna.

Anke offriva l'aiuto che poteva : "Johanna veniva a casa e mi diceva che era stata chiamata mostro o ermafrodita, e io le raccontavo quanto ero stata presa in giro da bambina perchè ero così piccola. Le dicevo che aveva fatto la sua scelta e adesso doveva farsi valere".

L'ostacolo successivo che Johanna dovette affrontare fu l'inizio della pubertà.

"A quel punto, venimmo in contatto con una donna transessuale adulta, che ci disse tutto di sì. Ora è una donna ma non si sottopose all'intervento di riassegnamento fino ai 40 anni".

"Avendola vista, Johanna era determinata ad evitare di sviluppare le spalle larghe, i tratti del viso pronunciati ( la mascella pronunciata ) e la voce profonda di un maschio adulto", dice Anke.

Ma per ottenere ciò, Johanna doveva cominciare a bloccare il testosterone che il suo corpo avrebbe presto cominciato a produrre. Il passo successivo fu trovare un endocrinologo che potesse aiutarla a regolare la sua produzione di ormoni. Era una corsa contro il tempo.

Avendo trovato un professionista comprensivo, Anke, Johanna e Hans Georg ebbero poi il compito di persuadere una commissione etica di dottori, avvocati e un prete a dare loro l'autorizzazione legale necessaria per continuare il trattamento ormonale di Johanna.

Anke e Johanna fecero in modo di persuadere gli esperti della validità del loro caso, e il trattamento ormonale potè cominciare. Anche se gli atteggiamenti sono ancora contrastanti, l'accettazione nei confronti di Johanna è aumentata dal momento in cui lei e Anke hanno raccontato la loro storia a uno show televisivo Tedesco. Ora, a volte viene fermata per strada per motivi positivi - con la gente che si congratula con lei per il suo coraggio invece di schernirla.

La possibilità di affrontare una operazione completa di riassegnamento del sesso dovrà attendere ancora alcuni anni, ma Johanna è impaziente di affrontarla. " Non ho mai sentito il mio pene fare parte di me", dice.

Per ora, lei e Anke stanno cercando di ottenere dal sistema burocratico Tedesco di cambiare il suo nome da Johannes a Johanna sui documenti ufficiali, battaglia che sanno potrebbe durare a lungo.

"I genitori devono tenere occhi e orecchi bene aperti verso i loro bambini. Ci sono molti bambini come Johanna, che è il motivo per cui abbiamo deciso di rendere pubblica la sua storia", dice Anke. " Molti di loro ora sono cresciuti, ma quando erano bambini, i loro genitori e le scuole che frequentavano hanno spazzato il problema sotto un tappeto, dove è rimasto nascosto per anni. Tutto questo deve cambiare"

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