I funghi di Pino
Quando viene la stagione, indossiamo stivali, pantaloni spessi di velluto, un bel maglione pesante e ci muoviamo verso la collina per raccogliere i funghi.
Qui vicino al mare nascono i funghi di pino che sono ottimi cucinati con aglio e prezzemolo.
Avrò avuto otto o nove anni che con mio padre esploravo i boschi, i prati e le campagne vicine in cerca di prelibatezze quando ci imbattiamo in una casa disabitata.
Mancava qualche persiana alcuni vetri erano rotti e la porta disarcionata.
Nonostante tutto si presentava bene, non era sporca e anche il giardino non era infestato da rovi o piante parassite, vista una panca in pietra ci sedemmo a riposare.
Mentre mangiavo una merendina, sentiamo un tuono da nord e in un attimo il cielo si fece scuro.
Ai tempi non avevamo il cell che ci forniva le previsioni in tempo reale: si andava a naso o con Bernacca, o ancora meglio si andava nei giorni di festa.
La mattinata era già stata fruttuosa e nessuno ci impediva rientrare a casa con il nostro fardello già abbastanza consistente, ma il genitore diceva di conoscere un posto dove l’anno prima aveva trovato una valanga di funghi ancora piccoli che non era il caso di raccogliere, ora voleva provare a vedere se ne fossero nati altri anche quest’anno sperando pure che la loro dimensione questa volta sia stata abbastanza grande da essere finalmente messi nel cestino e portati a casa.
Un po’ impaurito dallo scrosciare dei tuoni ci convinse a entrare nell’atrio della casa il piovasco che da lì a poco incorse.
All’interno la casa aveva poche porte chiuse e la maggior parte dei mobili era distrutta, aveva, però la parvenza di un’abitazione signorile e si evidenziava cucina soggiorno stanze sgabuzzini e saloni.
L’edificio si svolgeva su due piani e chiesi a papà di salire al piano di sopra per dare un’occhiata.
Dapprima un po’ reticente poi a seguito del broncio che gli piantai, acconsentì ma volle essere il primo a verificare la consistenza della scala e della soletta prima di lasciarmi andare.
Al piano superiore la casa era vuota ma le finestre erano intatte. C’era un grosso salone luminosissimo contorniato dai pini e da una stupenda vista del mare sia a ponente sia a levante.
Li trovai il bagno e dopo avere chiesto consenso, andai a utilizzarlo.
Non c’era di acqua e purtroppo c’era odore così velocemente mi scaricai e tornai nel salone.
Nello stesso tempo il temporale si allontanò sul mare e ritornò a splendere il sole.
Mio padre volle incamminarsi verso il suo posto segreto ma io gli chiesi di poter restare ad aspettarlo li dicendogli che il terreno era scivoloso a causa della precedente pioggia e non volevo farmi male.
Nuovamente acconsentì e disse che al massimo in pochi minuti sarebbe stato di ritorno e saremmo tornati a casa.
Lo guardai allontanarsi e quando lo persi di vista, veloce come un gatto, iniziai a girare intorno alla casa per una veloce ricognizione, in effetti, era quello il mio intento l'acqua non mi avrebbe certo spaventato.
Dalla parte opposta all’ingresso, c’era un bel giardino al cui interno una costruzione simile a una stalla.
Appoggiati disordinatamente a una carriola piena di fieno, con immensa sorpresa trovai degli indumenti femminili, ben disposti e di varie tipologie.
C'era ogni ben di Dio, meglio che ai grandi magazzini, con veloci occhiate riuscii a scorgere: Calze fini, giarrettiere, reggiseni, mutande di seta, sottovesti, gonne, camicette, scarpe, guanti, foulard, magliette, busti e corpetti.
Sembrava che qualche malintenzionato si fosse procurato la valigia di qualche viaggiatrice e non trovando niente d’interessante fosse venuto lì a disfarsene.
Appena mi avvicinai agli indumenti fui avvolto da un profumo soave, roba di classe, che aveva in se la sensualità e la provocazione secondo me elemento saliente della proprietaria, ma soprattutto denotava che erano stati messi lì da poco e soprattutto erano lindi.
Questa volta non resistetti e decisi di prendermi qualcosa; qualcosa di non troppo ingombrante e che avrei potuto facilmente nascondere.
Mi soffermai un attimo a pensare su cosa sarebbe stato meglio prendere: in effetti la scelta era fra un foulard nero e argento e un paio di calze color marmotta.
Mentre stavo allungando la mano, sentii la voce di mio padre che ritornato dalla ricognizione mi stava chiamando.
Presi le calze senza neanche guardare e gli risposi.
Sono qui ho seguito uno scoiattolo. Stai lì che arrivo.
Feci un mucchietto con quel batuffolo ripieno di soffice seta impalpabile e sensualità e lo posi velocemente in tasca.
Quando lo raggiunsi, era felice perché anche lui aveva trovato quello che cercava e parlando di quanto fruttuosa era stata la mattinata, ognuno con il proprio appagamento, ci avvicinammo a casa a cuor sereno.
baci baci baci !! bella formosa ragazza dalle guance splendide !!
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